“Vinosofia” di Roberto Cipresso

Ancora una volta il vino dimostra di non essere una semplice bevanda, ma cultura, tradizione , incontro, filosofia e vita. Lo dimostra la presentazione del nuovo libro scritto da Roberto Cipresso, avvenuta la scorsa settimana al Kursaal Kalesa di Palermo.

Roberto Cipresso è uno dei più importanti enologi di fama internazionale, artefice di vini pluripremiati e protagonista delle più importanti aste di vini pregiati, che oltre a dedicarsi alla tecnica si diletta con la creazione di interessanti libri. Dopo il “Romanzo del vino”, “Vinosofia” è la sua seconda creatura.

La pappa al pomodoro


“…la zuppa ormai l’e’ cotta
e noi cantiamo tutti
vogliamo detto fatto
la pappa al pomodor
viva la pappa pappa
col po po po po po pomodoro
viva la pappa pappa
che e’ un capo po po po polavoro
viva la pa pa pappa pa
col po po pomodor”

La fama della pappa al pomodoro dipende sicuramente da questa canzone, interpretata da Rita Paone nella trasposizione filmica del romanzo “Il Giornalino di Gian Burrasca”. Fino ad allora questo piatto rimase confinato nella tradizione contadina toscana.

Tauleto San Giovese, un vino, ma non solo

 L`azienda che produce il Tauleto SanGiovese nasce nel 1965 sulle colline di Castel san Pietro, alle porte di Bologna, sulla Via Emilia con soli venti ettari di vigneti grazie alla passione di Umberto Cesari.

Il vino che produce è forte, rosso imponente, dal gusto pieno e morbido e dal bouquet ricco con note dominanti di frutta rossa e fiori viola, oggi l’azienda, a gestione familiare si estende per circa 100 ettari e il prodotto è rinomato e famoso in tutta Italia.

La signora Giuliana Cesari ha dunque voluto trasferire l`aroma indistinguibile in una vera essenza, è così che nasce la prima wine fragrance, dal sogno di un profumo al vino divenuto realtà  e subito appoggiato con entusiasmo da uno dei creatori di essenze più noti….,

Ristorante Del Cambio: un tuffo tra storia e ottimo cibo

l ristorante Del cambio si trova a Torino dal 1755, il locale è nato come caffè ed è oggi membro dei Locali storici d`Italia
Mobili antichi, stucchi dorati, camerieri in livrea e cortesia vi accoglieranno trasportandovi come per magia in un pezzo di storia. Il ristorante fu, infatti, il punto d`incontro dei più grandi nomi della politica, dell`aristocrazia e della cultura subalpina e del Regno. Era la meta preferita di Camillo Benso, conte di Cavour, il cui tavolo si trova in fondo alla sala, a destra contrassegnato da una targhetta di bronzo.

Colatura di Alici di Cetara

 Oggi ho deciso di parlarvi di un prodotto made in Italy di cui ultimamente si è tornato a discutere e che merita davvero l`attenzione di tutto il mondo. Cetara è un piccolo paese di pescatori, situato nella bellissima costiera amalfitana, patrimonio dell`Unesco, caratterizzato da una vasta produzione di tonno e di alici. Si dice addirittura che le alici pescate in questo mare siano le più buone del mondo.

Il nome di questa cittadina pare derivi da alcuni termini latini: “Cetaria”, che significa tonnara, “cetari”, semplicemente venditori di pesci grossi ma anche “Cetus” che vuol dire pesce. Uno dei prodotti tipici di questo incantevole luogo è la colatura di alici. Questa creazione gastronomica deliziosa che rappresenta perfettamente il nostro bel paese, sarebbe una discendente dell`illustre Garum romano, già  citato nelle ricette di Apicio.

Kefir

Il Kefir è una bevanda di origini mediorientali, ottenuta dalla fermentazione del latte e ricca di proprietà  benefiche. Il nome di questa bibita deriva da una parola turca: “keyif” che significa, non a caso benessere. Questo prodotto ha origine nelle regioni del Caucaso e si lega soprattutto a una preparazione domestica.

Ma come mai una bevanda prodotta in casa e in territori così remoti ha richiamato su di sé l`interesse di tutto il mondo? Innanzitutto ciò si deve agli studi di un famoso scienziato: Mechnikov. Questo studioso aveva osservato che l`invecchiamento è causato da un avvelenamento del nostro organismo attraverso alcuni batteri che costituiscono parte della nostra flora intestinale.

Ricetta Kebab


Il kebab, conosciuto anche come kebap, è un piatto a base di carne, tipico della cucina mediorientale.

Questo cibo ha conosciuto un grande successo in tutto il mondo per il suo sapore unico, per i suoi costi ridotti e per il fatto di essere un`alternativa etnica ai fast-food americani.

Il termine kebab deriva dal turco “Dà¶ner Kebap” che significa semplicemente carne che gira, non a caso anche il termine greco gyros e il termine arabo shawarma, usati per indicare lo stesso tipo di prodotto, hanno lo stesso significato.

E` la sua cottura così particolare a dare al kebab quel gusto inconfondibile che gli appartiene.

La carne, se volete un kebab originale, deve essere o di agnello o di montone o di vitello o di pollo ma non di maiale, visto che la cultura mussulmana la vieta; il kebab fatto con carne di maiale può, in realtà , essere soltanto il gyros greco.

Il metodo di cottura classico è lo spiedo verticale; la carne viene tagliata in fette sottili, condita con varie spezie, salata e infilzata nello spiedo (a volte può essere anche marinata).

Corrucolo e ciambellone

Oggi ho deciso di presentarvi due ricette: una proviene dalla calda e splendida puglia e si tratta del “corrucolo” un impasto dolce che assume diversi nomi, “scarciedda” o “palomba” a Bari, “scarciofa” a Bitonto o semplicemente treccia; l`altra ricetta proviene invece dalle marche e si tratta del ciambellone, un dolce semplice e di umili origini.

Terra Madre

 Terra madre è un progetto che si sviluppa nell`ambito dell`organizzazione Slow Food. Slow Food nasce nel 1986 da un`idea di Carlo Pedrini; si tratta di un`associazione internazionale che oggi conta iscritti in più di 130 paesi. Slow Food si propone di riscoprire i piaceri della tavola, evidenziando il carattere sociale dell`alimentazione e la possibilità  di scambio e condivisione.

Quest`associazione nasce come una risposta all`omologazione dei cibi e alla freddezza dei fast food, proponendosi come obiettivo l`educazione del gusto. Slow Food si annuncia come un tentativo di riportare l`attenzione sulle produzioni locali e tradizionali e su un`alimentazione più naturale, sana ed equilibrata. Da qui l`idea di Terra Madre un meeting mondiale che si tiene ogni due anni e che, nel 2008, giungerà  alla sua terza edizione.

Ricetta Baklava

Il baklava è un dolce tipico della cucina mediorientale, di cui Grecia e Turchia, si contendono le origini, ormai da moltissimi anni. La rivendicazione greca di questa prelibatezza si basa su alcune fonti che testimoniano la comparsa già  in epoca bizantina di un dolce a strati fatto di noci e miele, mentre i turchi rivendicano la paternità  del baklava poggiando sul fatto che questo preparato è considerato da tempo immemore il dolce dei sultani.

Hummus, una ricetta araba

Tra le ricette arabe meglio conosciute in tutto il mondo troviamo la ricetta di hummus, tipica soprattutto del Libano e della Siria, fatta con ceci e tahini, che ormai fa parte della più classica cucina mediterranea. Ancora oggi non si conoscono le origini del piatto ma per certo si sa che l`hummus è un preparato molto antico. Compaiono citazioni rispetto le sue eccezionali proprietà  nutritive già  nell`antica Grecia e nell`antico Egitto. L`hummus è conosciuto nelle varie zone orientali con appellativi diversi (hummos, hummous o humus) ed è servito di solito come meze, cioè come antipasto accompagnato da pezzetti di pita.

Casatiello

Il casatiello è una delle tradizionali torte salate che si consuma a Napoli durante le festività  pasquali. E` un pasto molto pesante, non a caso, a Napoli, si è soliti dire “si` propr` nu casatiell”, per indicare una persona molto noiosa e prolissa.

Il termine casatiello si ritiene derivi dalla parola “caso” che in dialetto significa formaggio, proprio per ricordare il suo alto contenuto di pecorino. Il casatiello è un cibo ricco di simboli: innanzitutto il pecorino, questo formaggio è prodotto col latte di pecora quindi si ricollega all`agnello, tradizionale metafora della resurrezione; poi ci sono i ciccioli, o meglio, per dirla alla napoletana i cicoli, questi pezzetti di grasso di maiale si ricollegano invece all`abbondanza; la farina, altro simbolo religioso, non dimentichiamoci che il pane è l`immagine del corpo di Cristo; infine le uova, anche queste rappresentazione della resurrezione.

Danubio, rustico napoletano

A Napoli si è soliti, dopo la veglia pasquale del sabato santo, ritrovarsi tutti insieme per “spezzare la gloria”, interrompendo il periodo di digiuno pasquale e cibandosi di ogni sorta di prelibatezza. Tra le tante meraviglie da gustare, una nota di merito particolare va ai rustici, a metà  tra il dolce e il salato, dotati di un sapore unico e speciale.

Zuppa di cipolle

 La zuppa di cipolle è conosciuta in tutto il mondo e ne esistono diverse varianti, ma la versione più rinomata è, senza dubbio, quella francese. In realtà  pare che questa pietanza fosse parte della tradizione toscana già  dal medioevo e che sia stata la nostra Caterina de Medici a importarla a Parigi.

La zuppa di cipolle rappresenta un piatto semplice, povero, come l`ingrediente principe che la compone; la cipolla è il cibo del popolo, un frutto umile perché proveniente dalla terra. In seguito sono stati proprio i francesi a rendere questo piatto un prodotto raffinato.

La zuppa di cipolle va consumata prevalentemente in inverno, servita calda e fumante e accompagnata da croccanti crostoni di pane. Gli ingredienti per preparare questo gustoso piatto sono: cipolle bianche, burro, olio d`oliva, brodo di carne, vino rosso, farina, un pizzico di zucchero, sale e pepe. Scaldate in una pentola l`olio col burro; in seguito aggiungete le cipolle pulite e tagliate a fettine sottilissime e un pizzico di zucchero. Lasciate imbiondire le cipolle facendo molta attenzione a non bruciarle.

Preparazione Ragù


‘O ‘rraù
‘O ‘rraù ca me piace a me
m’ ‘o ffaceva sulo mammà .
A che m’aggio spusato a te,
ne parlammo pè ne parlà .
io nun songo difficultuso;
ma luvà mmel’ ‘a miezo st’uso
Sì, va buono: cumme vuò tu.
Mò ce avéssem’ appiccecà ?
Tu che dice?Chest’ ‘è rraù?
E io m’ ‘o mmagno pè m’ ‘o mangià …
M’ ‘a faja dicere na parola?…
Chesta è carne c`’a pummarola

Questa poesia la dedicò il grande Eduardo De Filippo nella sua commedia “Sabato, domenica e lunedì” a un cibo unico e speciale: il ragù, che, come l`autore afferma, non è semplicemente “carne c`‘a pummarola”.