Ristorante Del Cambio: un tuffo tra storia e ottimo cibo

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l ristorante Del cambio si trova a Torino dal 1755, il locale è nato come caffè ed è oggi membro dei Locali storici d`Italia
Mobili antichi, stucchi dorati, camerieri in livrea e cortesia vi accoglieranno trasportandovi come per magia in un pezzo di storia. Il ristorante fu, infatti, il punto d`incontro dei più grandi nomi della politica, dell`aristocrazia e della cultura subalpina e del Regno. Era la meta preferita di Camillo Benso, conte di Cavour, il cui tavolo si trova in fondo alla sala, a destra contrassegnato da una targhetta di bronzo.

Entrarvi è un`immersione nella storia Sembra di essere tornati alla corte del re e il tutto è accentuato dalla cordialità  e dalla cortesia di tutti i suoi dipendenti, dalla guardarobiera, al cameriere, al sommelier e al proprietario. L`accoglienza è magistrale un cameriere elegante vi porterà  a sedere tavolo in una stanza a dir poco stupenda degna di un re con affreschi, poltrone e divanetti in velluto rosso dove ci si può accomodare per la cena.

Prese le ordinazioni è mandato un sommelier per consigliarci il vino migliore per la scelta che abbiamo fatto. Una cosa da manuale è che se quando si prenota, si specifica che la propria compagna non sappia il prezzo, il cameriere porterà  i menù a entrambi ma solo sul vostro ci saranno i prezzi delle varie portate. Eleganza e raffinatezza gusto e storia sono splendidamente coniugate in questo posto magico che ha una vista splendida su piazza Carignano e che vi farà  sentire per una sera, un re, un vecchio aristocratico, e v`infonderà  quasi il potere di poter cambiare il mondo.

La carta dei vini è monumentale e curata dal direttore Bruno Casetta, sommelier d’eccezione, dispone i di un’ottima cantina vini con selezione curata di oltre 650 etichette.
La cucina è piemontese, specializzata nella carne e a base di funghi e tartufi, ma tra i piatti da assaggiare oltre alle portate della tradizione anche alcuni spunti creativi: il tonno di faraona in salsa di cerfoglio, la finanziera, il sottofiletto in crosta di pane, il brasato al Barolo e, tra i dolci, la gelatina di Moscato ai frutti di bosco.

Da provare almeno una volta nella vita.

Giovanna D’Amore

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