Con l’arrivo dell’autunno torna sulle tavole il vino novello: dal 5 novembre è possibile gustare un buon bicchiere di vino perfetto con le caldarroste. Il vino novello si ottiene con la tipica macerazione carbonica (MC) delle uve, tecnica importata direttamente dalla regione francese del Beaujolais Nouveau, zona di produzione del vino novello Francese da cui il vino prende il nome anche se in Italia ogni regione produce il suo novello. In pratica la MC è una tecnica che consente di vinificare l’uva in pochissimo tempo anche se il novello, legato alla tradizione contadina, anticamente veniva spillato a fine ottobre direttamente dalle botti in fermentazione per poterne controllare la fermentazione ed eventualmente apportare alcune variazioni: era il primo vino dell’ultima vendemmia, ma negli ultimi anni ha conosciuto una notevole diffusione. La sua entrata nel mercato è stata autorizzata per legge dal 1999 e da subito il novello si è trasformato in un vero e proprio fenomeno di marketing.
Il vino novello ha un bel colore rosso brillante, che include diverse tonalità: il profllo aromatico è alquanto semplice, ma la caratteristica del novello è l’aroma fruttato, intenso e persistente anche se permane un sapore di vino molto fresco. Il novello è perfetto per accompagnare le castagne cucinate in qualsiasi modo, ma è possibile abbinarlo anche ai salumi o alla carne, seguendo le stesse indicazioni di un vino rosso per un vino leggero e profumato.
Ottimo se bevuto fra i 14 ed i 16 gradi, ovviamente quando è ancora giovane. In generale hanno una durata molto scarsa e tendono all’ossidazione tendendo ad esaurirsi nell’arco di un anno.
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