Vini della Sicilia: le produzioni di casa Donnafugata

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Le produzioni di casa Donnafugata sono espressioni straordinarie dei vini della Sicilia che ben simboleggiano la stretta relazione fra le tradizioni isolane e il territorio. La scelta di etichette artistiche legate all’identità del vino, poi, è la perfetta dimostrazione di come non si stia parlando di semplici prodotti, ma di vere e proprie espressioni culturali. Ma da dove arriva il nome Donnafugata? Le reminiscenze degli studi di italiano delle superiori possono venire in aiuto: Donnafugata proviene dal Gattopardo, il famoso romanzo di Tomasi di Lampedusa. La donna in fuga a cui si fa riferimento nel nome non è altro che la regina che ebbe la ventura di trovare rifugiò in questo angolo di Sicilia in cui ora si possono ammirare i vigneti della cantina.

Vini della Sicilia

Arte e vino Donnafugata, un rapporto stretto

Vino, arte e letteratura: tutto si tiene in un rapporto in cui i legami si intersecano tra di loro fra cultura e produzione. Anche il logo aziendale parla da sé, visto che rappresenta una testa di donna con la chioma al vento. È questa l’immagine che si può ammirare su tutte le bottiglie di questi vini siciliani che esportano l’immagine dell’isola non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. Un viso che, a ben vedere, è anche quello della donnafugata Gabriella Rallo, che scelse di dire addio al proprio lavoro di docente per dedicarsi anima e corpo ai vigneti di Contessa Entellina. Lei è stata una delle prime donne siciliane a occuparsi della produzione di vino, diventando protagonista in un mondo che per tradizione era prettamente maschile. Ma questa è la dimostrazione di come la viticoltura di qualità non conosca distinzioni di genere.

Le etichette d’autore

Gabriella Rallo è, appunto, la fonte di ispirazione per queste etichette, il cui autore è Stefano Vitale. La sua fantasia e il suo tratto speciale si sono rivelati fondamentali per mettere ancora più in risalto la personalità di ogni bottiglia e il carattere di ogni vino. È da più di due decenni, ormai, che dura questo equilibrio all’insegna dell’armonia. Non solo: le etichette d’autore sono ormai uniche e memorabili, riconoscibili e impossibili da imitare. Per questo adesso sono un tratto identitario per la cantina al punto da aver fatto parte anche di una mostra allestita a Milano presso Villa Necchi Campiglio, dedicata proprio a Vitale: le etichette erano in esposizione accanto alle illustrazioni e ai disegni di questo straordinario artista.

La storia di Donnafugata

Sono davvero antiche le origini di Donnafugata, le cui radici risalgono alla metà del XIX secolo. La famiglia Rallo decise di seguire gli imprenditori Inglesi e di debuttare nel settore del vino con tutta la dedizione di cui era capace. Gli anni trascorsero, e si giunse fino al 1983, quando le cantine di famiglia storiche, localizzate a Marsala, furono scelte come il fulcro dell’attività creata da Giacomo Rallo e da sua moglie Gabriella: proprio quella pioniera della viticoltura di cui abbiamo parlato in precedenza. I vini di Donnafugata oggi vengono prodotti nel più totale rispetto dell’ambiente e si fanno apprezzare al tempo stesso per la loro complessità e per la loro piacevolezza. Sono il simbolo di una Sicilia che sa essere innovativa, ma soprattutto sono in grado di regalare felicità a chiunque abbia la fortuna di assaggiarli, per la prima o per la centesima volta.

La cultura del vino

Uno dei tratti peculiari di Donnafugata, e del family business che sta alle sue spalle, è legato alla volontà di trasmettere la cultura del vino e comunicare la passione per questo mondo. Non è un caso che il marchio faccia parte del Movimento Nazionale del Turismo del Vino e sia disponibile ad aprire al pubblico le proprie cantine: già più di 11mila visitatori hanno avuto modo di provare la coinvolgente e gradevole ospitalità dell’azienda. Ma c’è molto di più in questo scenario: per esempio, c’è la sostenibilità, un valore in cui Donnafugata crede da sempre e che si concretizza in più di venti anni dedicati alle buone pratiche. Questo vuol dire, tra l’altro, che l’azienda ha deciso di non impiegare i concimi chimici e i diserbanti, ma anche di promuovere la biodiversità e la salvaguardia del paesaggio, anche tramite la produzione di energia pulita.