Si tratta di un meccanismo che, secondo i promotori, incentiva un modo di cucinare consapevole e salutare.
La cucina a km0 offre diversi aspetti vantaggiosi.
Se da un lato privilegia la produzione locale, incentivando quindi i piccoli produttori e le potenzialità produttive del territorio intorno, dall’altro la cucina a km0 rappresenta in prospettiva un grosso risparmio in termini di costi per il trasporto delle merci, ed ha un minor impatto ambientale in termini di inquinamento ed emissione di gas nocivi nell’atmosfera, che soprattutto negli ultimi decenni hanno provocato cambiamenti climatici talvolta molto gravi e pericolosi.
Una pratica che stimola una conoscenza più approfondita del territorio, grazie alla valorizzazione delle sue risorse e la riscoperta di prodotti agricoli ed artigianali che spesso, non avendo accesso alla grande distribuzione, rischiano di scomparire o di rimanere relegati a pochi appassionati estimatori.
Cucinare a km0 accentua anche la consapevolezza di quanto sia importante ritornare ad avere un rapporto più naturale con l’ambiente ed essere maggiormente rispettosi dei suoi ritmi e delle sue necessità.