
È d’obbligo, dunque, soffermarsi sulla preparazione dell’aragosta, crostaceo principe delle festività natalizie e che vi insegneremo a scegliere, cucinare e servire nella maniera più corretta.
SCEGLIERE L’ARAGOSTA
Ciò che, innanzitutto, bisogna saper fare per poter servire un’ottima aragosta, è scegliere un’ottima aragosta.
Iniziamo, dunque, ribadendo come l’aragosta, troppo spesso ed ingiustamente confusa con l’astice, le cui carni, sebbene pregiate, risultano essere decisamente inferiori a quelle dell’aragosta, è un crostaceo, assolutamente privo di chele, tipico del Mar Mediterraneo pescato, soprattutto, lungo le coste della Sicilia e della Sardegna.
In questi luoghi, infatti, si trovano gli esemplari migliori e, dunque, bisognerebbe scegliere aragoste da li provenienti.
L’aragosta, inoltre, per essere davvero buona, deve venir pescata quando ancora giovane giacché la polpa, invecchiando il crostaceo, perde morbidezza e dolcezza. L’individuo perfetto, in questo senso, è quello che presenta una lunghezza di circa 30 centimetri e un peso inferiore ai 2 chilogrammi.
La colorazione dell’aragosta, anch’essa molto importante, deve essere compresa tra il rosso ed il viola-brunastro del carapace e tra l’ocra ed il rosso delle antenne, che devono essere più lunghe del corpo e ripiegate su di esso.
È bene, infine, che l’aragosta sia viva e sana e che, al momento dell’acquisto, si dimostri vispa e pregna d’acqua a dimostrazione del fatto che sia stata pescata da poche ore (comprare un’aragosta rimasta fuori dal proprio habitat naturale a lungo non è consigliabile poiché influisce sulla morbidezza della carne).