Il riso Basmati è leggero e caratterizzato da chicchi allungati e sgranati l’uno dall’altro dopo la cottura. Tuttavia capita che ci siano persone che ai fornelli farebbero scuocere anche questo prodotto ottenendo un’unica grande e appiccicosa polpetta di riso.
Regina di fragranza, è questo il significato di Basmati. Lo sanno tutti, anche chi ignora la cultura e la lingua hindi visto che questo genere di riso oggi spopola anche in Europa e in Occidente. Non tutti però sanno che nella macrofamiglia Basmati esistono poi diverse qualità di riso: il dehradun, loharyana e il safidon.
Il riso Basmati ha delle caratteristiche che lo rendono unico nel suo genere:
- il profumo sprigionato in fase di cottura,
- la capacità di avere chicchi ben separati una volta cotto,
- lo scarso contenuto di amido.
Per far sì che la cottura del Basmati sia eccellente occorre accertarsi della provenienza del riso, che sia indiano o pakistano. Così si va sul sicuro. Una volta acquistato, prima della cottura, il prodotto necessita di una preparazione. Va lavato sotto l’acqua corrente con un colino fino a quando l’acqua filtrata non è limpida.
Poi va tenuto in ammollo in acqua fredda. Il livello dell’acqua deve essere due dita superiore al livello del riso. L’ammollo deve essere mediamente di 15 minuti.
Il riso va cotto poi in una casseruola a fondo spesso con un volume di acqua 1,5 volte superiore a quello precedentemente misurato. Quando l’acqua bolle, bisogna aggiungere il riso e aspettare che riprenda il bollore. Mettendo uno strofinaccio tra la pentola e il coperchio si assorbe il vapore in eccesso.
Bisogna cuocere per 10 minuti prima di spegnere il fuoco togliere il panno e chiudere il coperchio. Prima di servire il riso va sgranato con l’aiuto di due forchette, aggiungendo un cucchiaio d’olio.