Nel dubbio: pastellate tutto!

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Nel dubbio: pastellate tutto! Ovvero ricoprire tutto ciò che è commestibile con questa pastella da urlo e poi vedete se vi piacciono ancora cose bio, light, slowqualcosa e compagnia bella. Però la pastella tocca farla per bene, con il lievito di birra. Altrimenti ciccia, cioè: trovate un’altra occupazione invece che stare ai fornelli. L’amore per la pastella nasce dall’amore per il baccalà. È vero, avevo detto di lasciarla da parte quando vi ho proposto la ricetta del baccalà con le patate ma no è vero: ho lasciato da parte alcuni pezzi di aletta, quelli con meno spine e li ho pastellati. Poi ho pastellato anche la cipolla, ma solo per ché era avanzata la pastella, lo giuro. E poi avrei potuto pastellare qualsiasi cosa, soltanto perché mentre friggevo il secondo turno di baccalà, avevo già assaggiato il primo. Insomma una delizia. 

Prendete a occhio un po’ di farina, meglio se avete a disposizione la manitoba. Lo so, siete maniaci delle quantità: facciamo un etto e mezzo. Poi aggiungeteci mezzo cubetto di lievito di birra fresco (con il secco non so se si ottiene la stessa delizia). Poi l’acqua tiepida, un bicchiere circa, fino ad ottenere un composto vagamente cremoso. In pratica mettendo l’aletta di baccalà o qualsiasi altra cosa, a questa “cosa” non deve scivolare di dosso la pastella. Deve essere viscosa. 

Lasciatela riposare 30 minuti. 

Intanto mettete a riscaldare l’olio di semi di mais (perché è quello che puzza meno), accendete la ventola (se non ce l’avete spalancate le finestre) e quando è bollente, allora aggiungete con il cucchiaio il baccalà o chi-per-lui ed osservate la magia: la pastella si rigonfia, la bavetta scende, la delizia si annusa, la lingua si scotta, la bontà pastellata è vostra! In un attimo. Senza nemmeno ricordarvi l’impegno profuso!