Giovedì gnocchi, venerdì pesce e sabato trippa, perché?

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C’è un modo dire, diffuso soprattutto nell’area romana, che dice che il giovedì è dedicato alla degustazione degli gnocchi, il venerdì è il trionfo del pesce e il sabato ci si rilassa dal punto di vista calorico con la trippa. Perché? Proviamo a spiegarlo.

Se gli gnocchi li mangiate il giovedì, allora si può dire che avete rispettato la tradizione e infatti vi sarà sicuramente capitato di sentir dire che “il giovedì gnocchi”. Ma il detto, così, è incompleto perché bisogna aggiungere che il venerdì c’è il pesce e il sabato la trippa. Insomma un menu completo che affonda le radici nel dopoguerra e nella cultura cattolica.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, negli alimentari s’iniziarono a vendere gli gnocchi, un prodotto che generalmente era preparato il giovedì. Vista la “pesantezza” si questo piatto, è facile immaginare che fosse proposto in mezzo alla settimana per fare il pieno d’energia prima del digiuno del venerdì.

Come vuole la tradizione cattolica – che molto spesso è ridotta alla quaresima ma che ha impartito uno stile alimentare unico – il venerdì si osserva il digiuno dalla carne e si resta leggeri mangiando il pesce. In più, sempre nelle famose trattorie e negli alimentari c’era l’uso di agevolare il rispetto della tradizione cattolica con la proposta di piatti a base di pesce e legumi, il famoso baccalà coi ceci.

E si arriva così al sabato, giorno tradizionalmente dedicato alla macellazione degli animali. I manzi e i vitelli venivano macellati sempre il sabato in preparazione del ricco pranzo della domenica. Il padrone si assicurava i tagli migliori della carne e capitava che ai contadini rimanessero i pezzi meno pregiati, le frattaglie dello stomaco e la trippa.

La trippa, quindi, che oltre ad essere un piatto povero, è anche povero di grassi e molto appetitoso e saporito.