Assenzio

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L’assenzio o absinthe è un liquore prodotto dalla distillazione di un’erba relativamente comune nei prati e nelle montagne anche nostrane, l’artemisia.

Nato intorno alla seconda metà dell’800 in Svizzera, il liquore diventerà subito uno dei più amati dalla popolazione soprattutto in Francia, dove sarà celebrato da un’intera generazione di artisti e poeti, tra i quali Baudelaire, Rimbaud e Verlaine, per le sue proprietà inebrianti, che a detta di alcuni, stimolavano le capacità creative e poetiche.

Una considerazione che nello stesso periodo storico accomunava anche altre sostanze, che spesso i poeti usavano per stimolare la creatività: celebre per esempio Alexander Dumas e Baudelaire che esaltavano le virtù inebrianti dell’hashish, o i poeti romantici inglesi come Coleridge o Byron, adepti invece al consumo dell’oppio e del laudano, un suo derivato.

All’assenzio toccherà, proprio per questa fama, peraltro rivelatasi più immaginaria che reale, il bando e la proibizione da parte di molti governi occidentali, in Europa come negli Stati Uniti.

In realtà l’assenzio, più che per particolari effetti stupefacenti, era consumato perchè era un alcool a buon mercato, era quindi in definitiva uno dei tanti aspetti di un flagello sociale che colpiva la popolazione, l’alcoolismo.

Anche in Italia la bevanda amarissima, a base di assenzio è stata per lungo tempo vietata. Una sorte analoga a quella di altre sostanze proibite, e solo sul finire degli anni ’90 del ventesimo secolo ci sarà una generale revisione della sua presunta pericolosità.

Oggi il liquore è reperibile sul mercato, ed anche in diversi locali, anche se non gode più tra i giovani soprattutto, così attratti da decine di altre bevande e liquori, della notorietà di un tempo.

Alla proibizione dell’assenzio si deve, in Francia, la diffusione del celebre pastis, nato proprio in seguito alla proibizione dell’assenzio, del quale manteneva l’aroma tipico dei liquori aromatizzati all’anice.

Tradizionalmente l’assenzio si beveva facendo scorrere nel bicchiere riempito a metà del liquore un po’ d’acqua, che scorreva su uno zuccherino posto sui rebbi di una forchetta appoggiata all’orlo del bicchiere.