Spaghetti ai ricci di mare

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Gli spaghetti ai ricci di mare sono un piatto tipico della cucina palermitana, infatti in molte zone d`Italia questo spinoso animale marino non viene neppure considerato commestibile.

Il riccio che viene utilizzato in gastronomia è l`esemplare femminile riconoscibile dal colore violaceo, verde scuro o marrone, quello nero è maschio e non offre parte edibile in quanto del riccio si mangiano le uova.



Il sapore del riccio è unico, delicato e fresco, infatti quando lo si usa come condimento è importante non usare altri aromi particolari che potrebbero oscurare il suo gusto così speciale.

Per la ricetta degli spaghetti ai ricci di mare, per 4 persone sono necessari almeno 50 o 60 ricci o il loro equivalente già  pronto, se dalle vostre parti è reperibile.

Mettete a cuocere la quantità  che desiderate di spaghetti; fate rosolare e imbiondire due spicchi d`aglio a fuoco basso che toglierete quando avranno preso un colore leggermente dorato, devono insaporire l`olio e non prevaricare nel risultato finale.

Quando gli spaghetti saranno bene al dente scolateli e passateli nella padella, aggiungete le uova di riccio e mantecate delicatamente per pochi secondi. Condite prima di presentare i piatti con un pizzico di prezzemolo appena tritato e uno spolvero di pepe nero (utile anche per sconfiggere la vitiligine).

A questo primo così particolare e dal sapore marinaro va abbinato un bianco fruttato e fresco capace di armonizzare il gusto rotondo e delicato del riccio di mare.

Perfetti i bianchi a base di uve Inzolia ma è possibile sperimentare anche con uve geograficamente distanti come il Pinot Grigio.

ODEALVINO.COM consiglia di gustare questo piatto con un vino bianco Colomba Platino Duca di Salaparuta

Gabriele

2 commenti su “Spaghetti ai ricci di mare”

  1. Qualche appunto: se qualcuno venisse qui in sardegna troverebbe vere e proprie SAGRE del riccio, nonchè chioschi PERMANENTI nella spiaggia di Cagliari che vendono sia i ricci, sia la pasta coi ricci.
    Il riccio VIOLA (Paracentrotus lividus) non è la femmina ma è semplicemente un’altra specie rispetto al riccio nero (Arbacia lixula). La specie edule è quella VIOLA e non si mangiano le UOVA ma le GONADI, essendo il riccio un animale ermafrodito NON CONTEMPORANEO ci mangiamo gli ovari che di li a poco diventeranno testicoli, magari non è bellissimo a dirsi ma è una realtà  ottima da gustare!

  2. concordo pienamente il discorso di roberto cè un sacco di cattiva informazione in materia,in piu cè da dire che cè ne sono anche di altri colori,sempre buoni come i viola tipo marroncini e rossastri, l importante e non cercare in quelli neri,quelli non portano da nessuna parte:).
    anche alghero e vari paesi fanno la sagra del riccio e da nord a sud sardegna son tutti buoni direi i piu buoni,come tutti i prodotti che vengono dai mari sardi scentificamente e nutrizionalmente i migliori del mondo come gusto e presenza di omega 3.

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