La cucina casalinga non fa bene alla salute

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La cucina casalinga è piena di virtù, come tutto quello che siamo in grado di realizzare da soli. Secondo gli esperti, però, non sempre fa bene alla salute per via della sproporzione dei piatti e di burro e sale tra gli ingredienti. Come si può uscire da questo circolo vizioso?

A livello popolare, si sa, tutto quello che c’era “una volta” – dalle ricette agli ingredienti di base – era nell’ordine: più saporito, più genuino, estinto. Insomma, come si faceva una volta, quella ricetta particolare di cui state azzardando la realizzazione, non si fa più. Il bello è che da un atteggiamento di tipo romantico rispetto a questa consapevolezza, oggi si è passati ad un atteggiamento critico e la risposta ai nostalgici della cucina casalinga di volta, è: “e meno male che non esiste più”. 

Il cinismo ha trovato un riscontro anche nella scienza pronta a bacchettare la cucina casalinga ritenuta nociva per la salute. La Rush University of Chicago infatti, ha pubblicato una ricerca sul Preventive Medicine analizzando i dati raccolti in 14 anni dalle cucine di 2755 donne tra i 40, 50 e 60 anni. Secondo gli studiosi americani la cucina casalinga può essere nociva per chi soffre di malattie cardiovascolari. 

Il problema risiede nel fatto che a casa le porzioni portate in tavola sono sempre più abbondanti del dovuto e si usano con troppa generosità e poca attenzione ingredienti non sani quali burro e sale. Le pietanze, sempre molto saporite, inducono in tentazione i golosi che non possono più farne a meno, assaggiano in continuazione i piatti anche durante le fasi preparatori e sedando i piaceri del palato, arrecano un dispiacere al cuore. 

L’invito non è a non mangiare a casa ma a limitarsi, a cucinare meno, a scegliere metodo di cottura salutari, lasciando in un cantuccio la frittura, adatta alle occasioni speciali.